29 settembre 2010 alla Chiesa sconsacrata di Caracalla dicevamo si l’uno all’altro.
Amore che sei.
Si a vivere con te tutta la vita.
Si a ridere con te
Si a stringerti forte e abbracciare tutto il tuo mondo razionale e incoerente
Si a portarti la mattina il caffè, perchè nel circo della nostra famiglia questo gesto è ancora tutto e solo per te
Si alla tua gelosia dei figli, che in fondo per loro c’è sempre spazio ma anche per te
Si a lasciarmi coccolare, su questo però ci sto ancora lavorando
Si a sentirmi parte della squadra
Si a condividere i dolori e le le perdite che la vita ci da, insieme abbiamo salutato la nonna buona mano nella mano e insieme ancora sentiamo tutta la sua assenza
Si a che le nostre famiglie di origine diventino la nostra unica famiglia, un coacervo di umanità incredibile di follia e folla.
Si al futuro della nostra famiglia scegliendo di avere nanuzz ancora nonostante la fatica, amarla per la gioia che ci da.
Si a te, in toto. Si a noi 5 e si a quello che arriverà. E oggi che ho un po’ paura, dirti di nuovo si per ogni giorno che ci sarà mi rassicura. Le onde passano, la sabbia resta li. Smossa si, ma ferma con te.