Le trasferte di lavoro… la fatica della lontananza


Ci sono verità che una madre deve sempre tacere per il bene dei bambini e della famiglia. Vero Federica? Allontanarsi dai pargoli, dal marito, dalla scrivania e dall’ufficio, il dispiacere. Un dolore che ti paralizza l’anima. La nostalgia che si affaccia appena preso il treno o l’aereo. 





Solo che tutta questa serie di emozioni sorprendenti, le farfalle nella pancia, i giramenti di testa e si anche la fame nervosa, non sono nostalgie di casa, dei nani e del marito. No è l’esaltazione della solitudine, l’attesa di poltrire su un letto a 2 piazze o l’immersione totale nella vasca da bagno riempita fino all’orlo con una schiuma profumata al sale rosso delle montagne lunari, ecco. 
E’ la sensazione di piena libertà che non provavi dall’ultimo finesettimana fuori dei tuoi 25 anni, quello a Formentera te e la tua migliore amica. 
E pace che non sei una donna libera, che la prima riunione di lavoro è stata fissata alle 8 di mattina dall’altra parte della città della trasfertta.
Pace interiore. 
La serenità di sapere che ti puoi mettere in mutande, su un soffice materasso e far partire le serie TV in loop fino alle 4 di mattina, russando liberamente che nessuno al tuo risveglio ti dirà “mamma russa zumpapà!”.
L’attesa che senti è la voglia di divorarti il buffet della colazione: dalle uova frittellate alla salsiccia tedesca in 25 versioni diverse. Tutto tutto ti vuoi mangiare. Seduta da sola mentre leggi di Belen, Corona e si anche di Selvaggia Lucarelli. E fai le pernacchie mentali alle mamme blogger che fingono di soffrire in trasferta. Vero Federica? 


Eppoi vuoi mettere il centro benessere, in cui entrerai alle 23 dopo le 200 riunioni consecutive vicino al tuo capo, quello che mentre parla suda e si pezza l’ascella e improfuma tutta la sala riunioni. Sgattaiolerai dentro, scassinando la porta solo per due bracciate nella vasca… che poi ti ritroveranno con la bolla al naso la mattina successiva… 


E le cene passeggiando per la città con i clienti? Quando farai finta di ascoltare il loro ultimo brief mentre sarai persa in tramonti e idee peccaminose di dolciumi impsti nelle vetrine delle pasticcerie locali. E pace se firmerai un contratto con condizioni pesantissime, c’è sempre la clausola di salvaguardia.


E le cene di lavoro? Che pesantezza gustare le ultime tendenze del foodporn. Vero Federica? 
La fusion, la greek, il sushi e il sashimi. Ma che fatica. Troppa. 


E la musica locale che ti accompagna nei localini tipici? E la gioia dei musicisti? Na fatica stare lontani dai bambini… Vero Federica? 


Avete visto quanto io come mamma ho sofferto nell’ultima trasferta di lavoro per lenuovemamme.it/roma a Palma de Maiorca a fare la testdriver per la nuova C-Max.

Una gran sofferenza e una gran fatica. Stare lontana da loro. 
Un inno all’ozio, alla libertà di stare senza di loro per 48 ore. 

Istruzioni per l’uso: prima di partire sistemare i bambini e il marito con persone di cui vi fidate cecamente. Così non vi preoccuperete e vi stancherete benissimo! 

Ah… oggi invece ci stanchiamo in #bonziintrasferta, andiamo a fatica al Trullallegro, nella valle d’Itra a fare la holidaytester per http://www.aroundfamily.it/ e per le nuove mamme. 

Una gran fatica pure questa… guardate un pò. 


Dedicato a chi si preoccupa che in trasferta la pupa soffre come Maria di mummyinprogress, a Micaela che le sogna, a Mamy che le agogna, a Francesca che le colora di mito e tutte le amiche di FB che hanno sofferto con te Vero Federica? 

Arianna



Arianna

Un pensiero su “Le trasferte di lavoro… la fatica della lontananza

  1. quasi quasi sono invidiosa delle vostre trasferte lavorative, soprattutto della SPA…. ho invidiato anche i miei piccoli in un trasferta con i nonni in un albergo lusso con i nonni dove c'era anche la spa che loro non potevano naturalmente usare…la piscina salata però si…. 😛 …
    buon week-end con la famiglia .

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