Perchè un domani, OGGI TROPPO LONTANO lontano, la memoria di questi giorni di battaglia per il DDL Cirinnà, le unioni di fatto, le unioni civili e la stepchildadoption, sia raccontata ai miei nipoti, ai nostri nipoti, come una grande conquista per i diritti di tutti, quando la discriminazione ipocrita di un Parlamento cieco iniziò a sgretolarsi, alcune blogger, mamme, hanno scritto dei post meravigliosi.
“Avevo la vostra età quando i miei genitori mi portarono a manifestare per il divorzio, mi ricordo i colori delle bandiere, quanto rosso all’epoca, le gambe delle persone accanto a noi, il senso di esaltazione di mio padre che ci raccontava anedotti storici e personali di cosa significasse quel momento per lui, per noi, per tutti gli Italiani. Ricordo la grande stanchezza accanto al grande senso di partecipazione che sentivo dentro. Ero piccola ma cresciuta a pane e lotta continua. Erano gli anni dopo il 68, quando il fermento civile aveva una spinta passionale molto forte.
Come oggi voi qui in questa Piazza del Pantheon, piena, colorata di rosa e di arcobaleno, con queste persone che vi stringono, come queste famiglie a cui siamo accanto, ecco perchè siamo qui. E’ importante che ci siate, che possiate dire ai vostri figli quanta gente era con voi a chiedere con allegria di rendere legali certe situazioni certe famiglie. ”
Il mio discorso a Tommaso e Flavia sabato scorso alla manifestazione #SvegliaItalia per il DDL Cirinnà, era questo. Non è semplice, non è facile, ma non lo sono i nostri tempi, che sono i loro e quelli dei #figlisenzadiritti delle Famiglie Arcobaleno, non lo sono quelli delle coppie di fatto o delle coppie omogenitoriali senza diritti.
E se mio marito si scandalizza che questo sia oggetto di polemica e di battaglia civile, perchè dovrebbe essere normale, come faccio io, noi come genitori dobbiamo trasmettere ai nostri figli il senso della storia che stanno vivendo. Perchè un giorno, potrebbero essere loro tra questi esseri umani discriminati, ignorati e glissati da uno Stato che fa finta di nulla. Perchè se toccasse a loro lottare per i loro diritti io sarei in prima fila, arrabbiata come pochi, sarei in Parlamento, attaccata ai miei amici del PD e del Movimento 5 Stelle come sono oggi per capire, come e cosa, voteranno in quell’Aula.
Pensare Tommaso o Flavia impotenti, ma soprattutto pensare alla piccola Bea che ha 9 anni, ha due mamme di cui una delle due non è legale, mi fa male, mi fa stringere lo stomaco. Mi fa veramente arrabbiare. Bea esiste, c’è. Come deve sentirsi impotente questa bambina, bellissima, di fronte all’idea che lo Stato non la riconosce, di fronte alla parola illegale?
Come possiamo noi, madri e padri, permettere che una bambina come Bea possa sentirsi abbandonata, non protetta dal suo stesso Paese. Come possiamo abbandonarla lì, al buio di una situazione non chiara. Ho pianto vedendo la mia amica Costanza con sua moglie in TV a Presa diretta:
Dovreste conoscerle, avvicinarvi e capire che loro non tolgono nulla a noi, ci regalano anzi una genitorialità consapevole che spesso noi abbiamo perso nei rivoli di altro.
E come me, molte altre mamme, blogger, hanno espresso le loro emozioni e le loro idee per la memoria del futuro dei #figlisenzadiritti e dei nostri figli, legittimi.
Leggeteli, ognuna di loro ha scritto con passione, con l’anima a pezzi pensando al giorno possibile in cui un figlio potrebbe dover combattere per diritti non garantiti.
Micaela e le MCronache si chiede se Basta l’amore:
Magari ad avercelo sempre.Ed io, in quanto appartenente ad una famiglia nella definizione canonica, riconosciuta dalle religioni, eccetera eccetera, non mi sento affatto “minacciata” (e per cosa, poi? devo ancora capirlo!), dal fatto che ci sono altre famiglie che vogliono far valere i propri diritti, come tante altre persone che parteciperanno al family day.
“Ama il prossimo tuo“
… ma noi cattolici scendiamo in piazza celebrando l’odio. Spiegatemi questo passaggio. Non lo capisco.”
Elisa Giani su bigodino.it Il Family Day:
“Cioè tu, nel pieno delle tue facoltà mentali quella domenica ti alzerai, farai colazione, darai una carezza ai tuoi nani, leggerai mezza riga su Facebook, guarderai il risultato degli anticipi della serie A, ti laverai, ti pettinerai, prenderai la macchina, cercherai parcheggio (a Roma la ricerca può durare anche cinquanta minuti) e comincerai a inveire contro donne innamorate di donne e contro uomini innamorati di altri uomini. Cioè queste persone tu non le conosci, ma ti rovini una domenica per boicottare i loro diritti. Cioè queste persone tu non le hai mai viste, ma ti rovini la domenica utilizzando parole che non c’entrano un cazzo con i disegni di legge passati e futuri che si stanno studiano o approfondendo in parlamento.”
Flavia per il Canino Bau Bau Bau scrive Una famiglia sui … Genderis:
“Uuuuuh il polemicone sui Gender! Gender si, Gender no, che poi io all’inizio non avevo neanche capito di cosa si trattasse, pensavo fosse una manifestazione su Guerre Stellari (non essendo ferrata sul tema, mi sembrava che il tizio vestito di nero si chiamasse DARK GENDER!) (cara Francesca M. tappati le orecchie e benedicimi con l’acqua santa)”
E ancora Sulla famiglia e altre definizioni:
“Facciamo i seri, scusate. Se ti alzi trecento volte per notte a cambiare, allattare, consolare un bambino che vive con te tutti i giorni e che è figlio della persona con cui (quando c’è tempo) fai sesso; se ti sciroppi tutte le recite di fine anno in cui sempre il suddetto bambino fa la parte del Cavolfiore di Natale perchè tutte le altre erano già prese, non hai tutto il diritto di considerarti suo genitore? Se non per biologia almeno per meriti. Genitor Honoris Causa. E che male c’è se è pure legale?”
Alice nel suo Blog Mummies for Dummies scrive Unioni Civili:sul perchè io sto dalla parte dell’AMORE:
“Io sono d’accordo
Prima di scrivere mi sono confrontata con molte persone, per sentire ONESTAMENTE i loro pareri.
Tra i pochissimi contrari (per fortuna) l’argomentazione più frequente era: “non mi interessa/ non mi riguarda”.
Io, nel rispetto del vostro pensiero, voglio rivolgermi proprio a voi: chiudete per un secondo gli occhi e….
Provate a immaginare di amare una persona, ma di non poter creare una famiglia con lei.
Provate a immaginare l’AMORE senza la sua naturale conseguenza: LA FAMIGLIA.”
Maria Viola di Mummy in Progress racconta la paternità di Orso in Allora è così che si diventa Papà:
“E ora si mette a covare un uovo di Pinguino. Quando si schiude, Masha esclama “Allora è così che si diventa papà“.
Ora, ditemi voi, come faccio io a spiegare all’Inquilina che per la Legge Italiana, Pinguino che appena venuto al mondo, guarda Orso, esclama “Pa-pa Pa-pa” riconoscendolo come suo papà, non è figlio dello stesso Orso, l’unico che amorevolmente lo ha accolto, covato e avutone cura?
E come faccio a spiegarle che sempre secondo la Legge Italiana, Masha e Orso, non sono una famiglia?”
La Nemina ci spiega nel suo blog la Guerra all’Amore:
“Sarà che per me, che ho un padre biologico che mi ha abbandonato a nove anni incurante di cosa sarebbe stato del mio avvenire, il genitore non è quello che ti mette al mondo, ma quello che ti sta accanto.
Enrica di Tiasmo ci spiega che Il papà di Nemo è trans, la bambina di Inside Out è lesbica, l’ape Magà c’ha il pungiglione e altre scomode verità sui cartoni:
” Marlin, il padre di Nemo. È natura, è scienza, il pesce pagliaccio maschio, alla morte della femmina cambia sesso e matura, assumendone il posto. Visto che la madre di Nemo schiatta alla seconda scena, è evidente: Marlin in realtà è Marylin, ha la figa! Ecco spiegata tra l’altro la sua folle apprensione nei confronti del figlio e la totale mancanza di senso dell’orientamento.
Nel mio saggio Le sentinelle in piedi sfidano l’ira di Hokuto troverete altre interessanti teorie su Lady Oscar, Ranma Mezzo, la volpe del Piccolo Principe e la voce sospetta della Pimpa.
p.s. il pezzo prende in giro i “sentinelli”, gli Adinolfi e tutti quelli che pensano di sapere quello che è famiglia e quello che no. Per me, basta che funzioni.”
Maria Luisa di Italia con i Bimbi ci introduce la legge Sui Figli senza Diritti e si domanda:
“Perché quei bambini lo sanno già che la loro è una famiglia, ma hanno bisogno che anche gli altri lo riconoscano per non sentirsi diversi.
Non dico che sia facile perché forse non lo è. E’ complicato, ma è giusto.
Forse si chiederanno perché hanno due papà, o due mamme, e i loro amichetti una famiglia tradizionale, ma questo, tanto quanto il figlio di genitori separati si chiederà perché i suoi non stanno più insieme, un bambino adottato si chiederà perché ha la pelle color cioccolato mentre i suoi genitori sono rosa come Peppa Pig, un bambino orfano sentirà la mancanza della sua mamma o del suo papà.
Ora dipende da noi non farli sentire diversi e lottare perché ognuno di questi bambini possa sentirsi accettato e vivere sereno nella sua originale famiglia.”
Simona in una Mamma come tante riflette in Pensavo:
“Non lasciamo, vi prego, che i nostri vivano il mondo con l’invisibile, seppur ben cucita addosso, etichetta di #figlisenzadiritti.”
Le nuove Mamme riflette sul nuovo Family Day:
“Siamo rimasti a riflettere qualche minuto: ma davvero ci sono persone che la pensano così? No, perché un’affermazione come questa ancora non mi era mai capitata.
Obiettivamente no, non siamo in grado di autoriprodurci, abbiamo bisogno di un aiuto esterno, ma non per questo ci amiamo di meno o amiamo di meno i nostri figli. Mannaggia. La vogliamo smettere di considerare ‘quelli come me’ dei diversi? E’ una noia mortale!”
I dettagli sulla legge nel mio post sulla manifestazione #SvegliaItalia.
Non dimenticatevi che oggi si festeggia La Giornata delle Memoria, un giorno i nostri figli racconteranno ai loro figli la memoria del futuro dei #figlisenzadiritti, vorremmo che fosse a lieto fine.
Arianna
grazie per questo post….https://storiadiunamammaitalianaemigrataallestero.wordpress.com/2016/01/26/il-paladino-della-famiglia-naturale/….il mio minuscolo contributo….sperando che un giorno il mondo scopra davvero che senza amore non esiste nulla…
Speriamo Giovanna, comincio a non crederci più.