A fine aprile Tommaso e Flavia vanno via due giorni per il campo scuola e a giugno mi chiedono di andare a un campo estivo sportivo con gli amichetti di 9 giorni, ergo 8 notti fuori casa. E’ presto? O come dice una mia amica, prima o poi bisogna tagliare il cordone ombelicale? E voi che scelte avete fatto?
Premetto che ogni famiglia sceglie cosa è meglio per se stessa e non voglio teorizzare nessun principio, Tommaso e Flavia vorrebbero passare 9 giorni fuori con altri loro amichetti in un campo estivo dedicato allo sport, tradotto 8 notti fuori casa in Abruzzo e la cosa non mi lascia tranquilla.
Non sarebbe la loro prima esperienza, già l’anno scorso sono stati fuori tre giorni e due notti per il loro primo campo scuola, e a giugno hanno replicato con un finesettimana in un parco avventure con il gruppo di judo di Tommaso, lo stesso del campo sportivo di questo anno, per cui non sarebbe una novità.
La novità sono le 8 notti. Mi sembrano davvero troppe.
Campo scuola e colonia
Ma come sono andate le esperienze già fatte?
Il campo scuola è un’esperienza importante secondo me di autonomia e sperimentazione di se stessi, al di fuori del nucleo familiare, ma sempre nel contesto protetto dell’ambiente scolastico con le maestre e i compagni di classe, che non sono estranei, ma conviventi quotidiani. Il loro primo campo scuola è stato divertente ed emozionante, anche se Tommaso prima di partire si era fatto venire la febbre, gestita abilmente dalla maestra con coccole e televisione in esclusiva. Tanto che il giorno dopo aveva 36 e un sorriso enorme. Sono tornati contenti, sporchi come pochi e hanno riportato tutti i calzini e le mutande a casa.
Il finesettimana fuori con gli amichetti a giugno scorso andò bene, anche se non conoscevano la maggiorparte dei bambini e degli istruttori. Temevo i pianti di Tommaso per lo sport da fare e invece ci meravigliò moltissimo con un atteggiamento consapevole e sano di partecipazione senza antagonismo. Anche qui tornò tutto a casa.
A breve ripartiranno per un finesettimana da un amico eppoi il campo scuola di due giorni. Tommaso e Flavia sono contentissimi di andare via, felici di stare con gli amici, curiosi di provare nuove avventure ed esperienze, piace loro il senso dell’ignoto.
Due giorni fuori li abbiamo lasciati andare, mio marito pienamente soddisfatto anzi straconvinto tanto da convincere anche me, che li ho accompagnati nel pullman e non volevo scendere, e quando sono partiti senza voltarsi a salutarmi con la mano dal finestrino, ho pianto, sentendomi mutilata di due braccia.
Ho ceduto, insomma, a una scelta di autonomia, sapendo che devo farlo, se voglio dare loro gli strumenti per vivere bene.
Ma la colonia? In soldoni 10 giorni via, lontano da casa, senza la mamma? O piuttosto la mamma senza di loro?
Il programma sportivo è fantastico, gli accompagnatori esperti ed equilibrati, la compagnia divertente. Però hanno 8 anni. Un’età in bilico tra la preadolescenza e l’infanzia di piccoli cuccioli. Mi sembra che sia presto per dare loro questa autonomia.
E mi chiedo se non si stia esagerando con le esperienze precoci per i nostri figli. E a 12 anni cosa facciamo loro fare?
Però non sono convinta pienamente di una scelta negativa, odio negargli esperienze che potrebbero fare loro del bene. Si o No?
L’IngBonzoBabbo è per il si, Motherpillar (mia madre) è per il si. Tutti sono per il si. Tranne me. Un piccolo grumo tignoso di no combatte dentro di me e mi comunica la sensazione di troppo.
Troppo e subito.
Voi avete esperienze di colonie a 8 anni?
Che ne pensate? Li lascereste andare?
Arianna
Sono stata in colonia per anni, da bambina.
Ok, erano altri tempi. Ma la prima volta avevo sei anni.
Si, ho avuto nostalgia dei miei genitori, ma ricevevo lettere e telefonate a giorni alterni ed è passata. Sono stata via 20 giorni.
Erano tanti, ma erano anche altri tempi.
Sono stata scout e capo scout per anni.
Li i bambini più piccoli, di 8 anni, vanno al campo per una settimana.
Il campo scout, con il suo metodo e progetto educativo aiuta i bambini a diventare autonomi mediante il gioco e la natura.
Se lo confronto con la colonia dove andavo da bimba lo trovo un’esperienza più formativa e completa
Ecco. Una settimana, per me, è il tempo giusto per far divertire il bambino senza che sopraggiunga la nostalgia.
Però perché l’esperienza sia positiva i genitori devono aver fiducia degli animatori e dietro all’esperienza ci deve essere un buon progetto educativo.
Ma questo è il mio pensiero.
Ogni famiglia è a sè ed ogni genitore, in cuor suo, sa cosa è meglio per i propri figli.
Silvia, mi avete convinto. Li manderò una settimana, lo chiedono loro e mio marito. Io mi adeguerò, col magone ma mi adeguerò.
Io ti ho commentata in FB.
Secondo me, se te lo chiedono loro, è perchè sono pronti.
Una cosa sarebbe se lo proponessi tu e loro fossero perplessi, ma così… e poi considera che sono in due.
Io li manderei 🙂
Andretta, amica mia, li manderò… anche se ho i miei mille dubbi, loro mi sorprenderanno come sempre.
Quanto imparo da loro…
Posso offrirti dell’alcol?
grappa barricata di 15 anni in su!