Oggi è il 2 giugno, la Festa della Repubblica, la nostra forma di governo compie 70 anni, di conquiste, macigni e storia. Il 5 giugno, poi, si torna a votare per Roma. Ho seguito le vicende elettorali comunali come madre e come donna, cercando nei candidati un lume di concretezza e di solidità di cui questa città ha bisogno per essere ricostruita. Il sociale e i servizi alla famiglia sono agli sgoccioli, gli asili nido e le scuole dell’infanzia hanno bisogno di numeri maggiori. Molte insegnanti precarie non torneranno al lavoro a settembre.
Che famo Roma mia?
La campagna elettorale: eventi e post sponsorizzati
In questi mesi ho ricevuto inviti elettorali di ogni genere, telefonate, incontri e richieste continue su ogni canale. Ogni giorno per lavoro apro i social ed ecco lì su Facebook i post sponsorizzati dei candidati, municipali e comunali. Una rapida letta alle pagine pubbliche dei candidati e il mix unico di continui eventi a cui partecipavano come fosse una maratona e di appelli di principio continuo.
La lettura dei contenuti facebook era alla fine vissuta dagli utenti in modo piuttosto irritante. Se ti seguo per interesse politico e di parte ovviamente ti sostengo con like e commenti, se ti seguo per capire il continuo aggiornamento di foto e post mi invade la bacheca.
Su twitter forse l’atmosfera era più tesa a combattere a suon di frasi e citazioni delle varie interviste e interventi.
Le elezioni comunali nell’era del digitale sono state quindi un porta a porta reale e virtuale. Nessuno credo sia potuto sfuggire.
Riflessioni di una mamma in politica
Per me, donna e madre, sono stati mesi di riflessioni pacate su chi votare, quando votare e se votare. Mesi di ricordi politici importanti e di riflessioni sull’oggi. Tre anni fa ero candidata in una lista civica del PD, oggi no, nessuno me lo ha chiesto, io non mi sono proposta. Non sono una brava venditrice di me stessa, non chiamo le persone, non faccio incontri a casa, sicuramente troppo timorosa di essere invadente e mai abbastanza sicura delle mie carte vincenti.
I miei amici conoscono il mio passato politico di sinistra e di una passione forte nel 2008 per gli Amici di Beppe Grillo quando guidavo la comunicazione durante la campagna elettorale per il Sindaco Serenetta Monti e vinse Alemanno. Scegliemmo io e mio marito di chiudere quell’esperienza quando capimmo che Beppe Grillo e La Casaleggio Associati erano un Grande Fratello farneticante che sfruttava le persone eppoi, come racconta Marco Canestrari il suo ex braccio destro, chiedeva di gestire in prima persona eventuali rimborsi referendari.
Dopo il VDay2 ce ne siamo allontanati di corsa dal Movimento, restando però molto vicine agli amici con cui avevamo condiviso un cammino di utopia e di emozione. Eravamo una comunità vera, un supporto incredibile reciproco. Siamo ancora vicini, siamo ancora una comunità.
Al mio matrimonio c’era Roberta Lombardi, la stessa Roberta che anni dopo sarebbe approdata alla Camera come Capogruppo e avrebbe sfoggiato una grinta antipatica da tigre, quando rimane una donna tenace e determinata, capace e competente. Un’amica che tale rimane per me. Anche se spesso mi chiedeva come facessi a votare ancora PD.
Nel 2013 poi ho voluto fare un’esperienza diretta con Sabrina Alfonsi, candidata Presidente al I Municipio di Roma, un’amica vera, una persona concreta e diretta. Nel PD ho sperimentato atmosfere politiche da partito, procedure e protocolli molto forti, corporativisimi e personalismi eccessivi. La differenza? Sapevo che sarebbe stato così. Non sono mai stata un’utopica, non ho mai creduto al manicheismo politico e alla coerenza umana al potere, questo corrompe. Ma almeno era casa mia, era stata casa di mio padre. La casa che si poteva cambiare da dentro.
2016, e mo che faccio? Mi sono chiesta quando è iniziata la campagna elettorale?
Sto in finestra, mi sono detta ed osservo, ascolto le proposte e decido. Sono sparita dal mio circolo PD e dietro l’angolo ho incontrato Alessandra Sermoneta, la rappresentate di Istituto della nostra scuola per tanti anni, quella che si faceva le ispezioni ai ai lavori delle classi alle 7 di mattina per verificare come architetto che tutto andasse bene. Si candida al Municipio. Non ci ho neanche pensato, l’ho aiutata come potevo e quando potevo.
Alessandra merita di essere consigliera municipale, merita di lavorare per la comunità per il suo amore per la storia, la cultura e il sociale.
Biglietto ALESSANDRA stampa def
Al Comune invece voterò Roberto Giacchetti, mi ha convinto. Non sarà un uomo di entusiasmo e questo mi piace, ci vuole equilibrio e pacatezza. Ci vuole qualcuno che mette nella sua squadra Livia Turco e Stefania di Serio La Rocca.
Cercatele, la loro storia politica e personale, parla da sola. E ha parlato anche a me, che le ho sempre ascoltate volentieri.
Le donne e le mamme a Roma hanno dei problemi e non mi ha convinto nessun altro, e giuro che mi ero posta in ascolto volentieri.
Diritti civili, servizi sociali e sicurezza non si risolvono con tesoretti salvifici o paroloni violenti, ci vuole perseveranza e tenacia. Roma tornerà città delle donne, delle famiglie e delle mamme. E noi in prima fila ci saremo per costruire una Capitale sensibile e umana come solamente una donna può fare. E si, credo nelle differenze di approccio e di gestione. Sono una femminista.
E la Raggi?
Dovevo intervistarla e l’ho ascoltata alla Casa Internazionale delle Donne, dove il senso della storia delle donne in Italia, si respira a ogni angolo. Ho anche 20 minuti di video, che non pubblicherò.
Io non le ho creduto, l’ho ammirata, giovane madre, stanca e provata, le auguro di fare bene, ma non mi ha convinto.
In quel luogo dove concretamente le differenze di genere le respiri, lei le ha negate. Il principio lo approvo, ma la realtà è un’altra. Noi donne siamo in difficoltà, siamo una minoranza. Ancora.
Apriamo al confronto si, ma consapevoli del passato.
Non mi ha convinto neanche l’approccio da NPL che c’era a ogni respiro dato, pausa e interruzione.
Lo riporto per dovere di blogger, mentre consiglio a chi vuole votare Movimento 5 Stelle di dare il voto a Cettina Caruso, una donna di esperienza e di trasparenza totale. La mia CET.
Arianna