La Trilussa, forse, delle genitrici per una poesia non romanesca, ma abbastanza mammesca, ove a tratti casareccia. E la mamma lavoratrice che si lamenta e la controlamentela contro la mamma lavoratrice che si lamenta, e le mamme che sono imperfette e quelle bravissime e posso imprecare? Anzi no ve lo dico in poetare
Ma quanti stereotipi materni
che si sentono ai tempi odierni
Tante foto segnaletiche
di generalizzazioni farnetiche
Devi essere una mamma felice
anche se odi la lavatrice
Devi essere una mamma serena
e da sola ti fai pena
Come non sei una mamma solare?
e tu vorresti solo scappare
Ma neppure una mamma sorridente?
No, guarda oggi ti fa male un dente!
Allora sei almeno un po’ imperfetta?
Forse si, non sai andare in bicicletta
Solo questo? allora non conta
Forse sei solo una mamma tonta.
Allora sei una mamma intelligente!
Però di fisica non sai niente
Ah… neanche un dottorato?
No, e manco fai il bucato.
Ah! sei una mamma che lavora.
E’ lavoro 6 euro l’ora?
Però sarai dalla colpa tartassata
anche se sei sottopagata!
Manco un po’, ti dici in verità
Sempre che dobbiamo magnà.
Sei decisamente una mamma cattiva
Si però ci pago l’IVA
E neanche sei una mamma casalinga…
perchè di solito vai raminga
in giro per il quartiere
a sparlare col portiere
E loro sicuro sono a un corso speciale!
No, stanno sul quinto canale
Ah fanno televisione, fate casting
Qua in inglese ti molli un farting
Ma che linguaggio usi da mamma volgare!
Dai bambini non ti far ascoltare.
I tuoi, però, poetano in linguaggio basso
e in rima baciata citano il “casso”
Ma che educazione hai loro dato?
Con Montessori hai nutrito il neonato,
quella reineriana, poi, per l’infanzia
e un po’ di Dolto per guarire l’ansia.
Poi allattamento a richiesta
auto-svezzamento, è che festa
niente urla e punizioni
che si sa creano tensioni.
Ecco mamma dicci dai
tu che sei mamma sicuro lo sai!
Sai la grande verità?
Una mamma non lo sa,
ci si arrangia e si improvvisa,
poi corre e, a volte, si ravvisa
che ogni singolo momento
è quasi un esperimento
e così si impara che
ogni mamma è come è.
Ma credi a me, va bene e se ne esce
Alla fine un figlio cresce
Cullato dalle nostre carezze
Amato di materne incertezze,
E il bello sai qual’è?
che ogni mamma è ‘na soggetta a se.
Basta vi prego con le definizioni apriori
con i devi e i consigliori.
Perchè davvero non ne possiamo più
di doverci dividere in tribù.
E’ una guerra inutile e da arginare
Ognuna sia fiera del suo singolare
modo di essere una mamma preziosa
per i propri figli, è già qualcosa.
Arianna Orazi
Fantastico!
Grazie Anna