Studiare e ripetere la lezione è un tormentone? Aiutarli a sviluppare una tecnica propria parte dalle loro passioni. A casa nostra si adorano i lego e allora abbiamo risolto in modo semplice e coinvolgente facendo finta di costruire una casa, come con i lego.
L’anno scorso vi raccontavo dell’Homo Erectus e dei suoi prodigiosi talenti, dopo un pomeriggio estenuante di ripetizioni continue di una paginetta di Storia, speravo le competenze per apprendere dalla lettura procedessero con il tempo in modo autonomo. Non avevo fatto i conti con la frequenza della parola “IMPOSSIBILE” che compare nel discorso ogni volta che si tratta di ripetere una lezione.
Come ogni brava secchiona che si rispetti, moglie di secchione avevo le mie tecniche mnemoniche, che usavo soprattutto all’Università durante quelle maratone infinite prima di un esame orale. Devo dirvi che premiavano sempre, quasi sempre… meglio dimenticare Economia Politica e Diritto Privato.
E così abbiamo iniziato la quarta elementare quando lo studio inizia a diventare più complicato, ma anche molto più interessante. Fino ad oggi non dovevano ripetere nulla. Oggi invece eccolo il protagonista dei miei incubi notturni: la professione di Geografo.
Dopo un paio di ripetizioni che si sono disperse tra una banana e un biscotto, ho cercato di scovare una tecnica per evitare di passare il pomeriggio in compagnia del geografo e dei suoi amici cartografi e metereologi.
Perchè non sfruttare le loro passioni per rendere più divertente leggere e ripetere, senza farlo suonare come un dovere noioso?
COSTRUIRE UN DISCORSO E’ COME GIOCARE CON I LEGO
Adoriamo i lego. Adoriamo costruire con i lego, i mattonicini colorati ci accompagnano ovunque, anche in bagno quando lasciati lì feriscono i miei piedi. Lego is the new black a casa nostra.
In fondo costruire un discorso, partendo da una lettura, è molto simile a costruire una casa con i lego. Ogni mattoncino deve stare al suo posto altrimenti crolla tutto, secondo un ordine ben preciso.
Ecco come Flavia ha deciso di utilizzare la tecnica che le avevo suggerito:
- Ha scritto su un foglio le parole (concetti) che riteneva importanti nella lettura
2.ha ritagliato le parole in quadrotti
3. le ha messe in ordine di inserimento nel discorso e le ha numerate.
Da 1 a 14 erano i numeri dei mattoncini del discorso che doveva costruire, li ha letti e riletti, poi sparpagliati e infine messi in fila, poggiati sul mobile e ripetuto la lezione.
E’ andata liscia, non ha dimenticato nessun concetto importante.
Tempo impiegato 1 ora tra lavoro e ripetizione.
Ogni critica sulla partecipazione dei genitori ai compiti dei figli mi trova d’accordo, ma qui si tratta di renderli autonomi e insegnare loro strategie e tecniche per apprendere in modo divertente e coinvolgente.
Se avete altre tecniche da suggerirmi per rendere divertenti i compiti, aspetto un vostro commento!
Arianna
PS Forse vi interessano altri modi di fare i compiti in allegria come scrivere in corsivo
è un modo che non esito a definire geniale, ma sinceramente mi pare troppo macchinoso. Nel senso, personalmente preferisco cercare di aiutare il Nin a studiare ma diciamo “normalmente” senza troppi fronzoli. ci mettiamo li, leggiamo e ripetiamo, gli racconto dettagli o particolari interessanti per esempio che non sono sul libro per cercare di interessarlo alla materia ecc… però cerco di non utilizzare metodi che poi andranno necessariamente abbandonati.
tuttavia, sei geniale, ripeto: non mi sarebbe mai venuto in mente!
Ciao!
In realtà è un primo passo verso le mappe concettuali che insegnano anche a scuola e che li aiuteranno moltissimo ad organizzarsi appunti e concetti per la ripetizione.
E’ una tecnica del public speaking.
Sembra funzionare bene!
Ovviamente ogni bambino desume poi il suo metodo, Tommaso per esempio non segue queste tecniche, va a memoria.