“Storie della buonanotte per bambine ribelli” è il nuovo libro per bambini e bambine pubblicato grazie al crowdfunding che sta spopolando nel web e sui media tradizionale. Ma chi sono le bambine ribelli? Flavia e le sue amiche? Chiunque sia se stessa e lotti per esserlo. Ma se per prime lo fossimo noi mamme?
Chi sono le bambine ribelli? Il libro, tanto postato online in questi giorni, Storie della buonanotte per bambine ribelli, racconta con linguaggio semplice le vite straordinarie di 100 donne che hanno raggiunto il loro sogno tra cui Michelle Obama, Rita Levi Montalcini, Ipazia la matematica greca e Astrid Lindgren l’autrice di Pippi Calzelunghe.
Il libro racconta le vite di successo in ambiti diversi al femminile, per spingere le bambine a seguire i propri sogni e soprattutto a realizzarli, senza ascoltare le numerose restrizioni mentali o i bias inconsci di limitatezza, perchè ancora oggi, nonostante le molte conquiste sulla parità di genere, la cultura dominante favorisce il successo al maschile. E’ incredibile vero? Eppure basta semplicemente leggere gli ultimi dati ISTAT per capire che la società italiana è tutta sulle spalle delle donne. Almeno di molte di noi.

Chi sono le bambine ribelli?
Domani è l’8 marzo, la festa delle donne. Domani si festeggia l’essere femminile, una volta DEA MADRE indiscussa fonte di potere magico ed esoterico. Era molti secoli fa, prima della svolta culturale produttiva. Chi sono oggi le bambine ribelli?
Flavia è sicuramente una bambina che segue i suoi istinti, che insegue i suoi sogni. E’ una bambina generosa, aperta e sensibile. Flavia è una bambina libera, ballerina classica il lunedi e maschiaccio il martedi . E’ una bambina ribelle, come il libro? Mi sembra di si, credo fortemente di si.
Flavia, le sue compagne e le sue amiche sono bambine ribelli? Ma ribelli a cosa, mi sono chiesta quando ho iniziato a leggere i primi articoli sul libro. “Al contesto culturale dominante della loro epoca” mi ha risposta una donna che sicuramente non è maschilista. Eppure io non sono convinta. Perchè?
Ribelle usato per le bambine mi mette a disagio. E’ un aggettivo provocatorio, quasi estremo. Sicuramente sono state bambine “libere” ma soprattutto donne determinate le 100 raccontate nel libro. Ma ribelli? Consapevoli? Non posso fare a meno di non amare la definizione ribelle. Mi sembra una parola messa a bella posta nel titolo, per incuriosire, per attirare.
AGGIORNAMENTO: “Oggi durante la presentazione Francesca Cavallo, una delle autrici, diceva proprio di aver avuto molte critiche per la scelta del termine Ribelli. Spiegava di come il libro è destinato a tutti coloro che vogliono riscrivere l’impianto favolistico in cui la donna è vista solo come colei che aspetta un principe. Ribelli in questo senso: rispetto allo status quo di un ruolo che lavora a livello inconscio e ha nutrito una cultura di disparità di genere. La libertà secondo me è un altro livello, successivo. La ribellione è un passaggio obbligato per accedervi. ” da Santa di Pierro di Famigliapuntozero.
Chi sono le bambine ribelli? E’ la mia domanda per domani.
CHI SONO LE BAMBINE RIBELLI OGGI?
Sicuramente il libro merita il successo che sta avendo, serve moltissimo diffondere buoni semi sull’ottimo lavoro che svolgono le donne oggi e soprattutto ieri. Un modello positivo di successo femminile incoraggia le nostre bambine e in nostri bambini a considerare normale il lavoro della donna e della mamma.
Ma come mai mi suona così fuori posto l’espressione “bambine ribelli”? Perchè mia figlia e i miei figli maschi non hanno vissuto una cultura maschilista dominante, per loro è normale che il Prof. Ing. faccia lavatrici e lavastoviglie, li accompagni a scuola e abbia cambiato loro il pannolino. Persino il nonno architetto ha cambiato loro il pannolino.
Hanno vissuto immersi in una famiglia dove mamma e babbo sono intercambiabili, dove l’ammirazione reciproca ci fa ancora brillare gli occhi, l’incoraggiamento reciproco è fortissimo. Potrebbe suonare arrogante, ma non lo è, io casco sempre dal pero quando mi elogiano, anzi. Però quella dissonanza che avverto alla parola ribelle associata alle bambine ho capito che non è mia, mia è la libertà di essere se stessi, sempre. Per quanto scomodo possa essere.
In questi anni Tommaso e Flavia hanno avuto diverse crisi di crescita e mai abbiamo negato loro le difficoltà di vivere secondo il proprio essere. Anzi. E’ stato il nostro augurio e la nostra preghiera al loro battesimo: possiate essere liberi di vivere come volete.
CHI SONO LE BAMBINE LIBERE?
Mi sono fatta un regalo, oggi, per domani. Ho capito che ho la fortuna di avere una figlia “ribelle” perchè io sono per lei un esempio di libertà, di apertura al mondo, alla diversità. Io, come molte di noi donne e madri, vivo la difficoltà di essere donna oggi senza preconcetti, combattendo i pregiudizi quotidiani con il sorriso, con l’esempio positivo, con l’empatia.
I bambini imparano dall’esempio più che dalle parole, Flavia e Tommaso, spero anche Lorenzo, hanno imparato da me, da noi, dai nostri amici, dagli zii numerosi, dalla zia altissima dirigente che ama cucinare come una massaia, dalle famiglie allargate che camminano con noi, dalle famiglie arcobaleno che conoscono, dai fidanzati dello zio.
E’ una casa aperta la mia famiglia, è un rifugio per molti, un angolo di vita dove si sta bene, si è accolti. Noi accogliamo, quasi sempre, basta che ci sia rispetto reciproco. La mia casa è di destra, di sinistra e del Movimento 5 Stelle, ci tengo a dirlo, accogliamo tutti con un abbraccio.
Siamo noi le bambine ribelli, noi donne che accogliamo, che condividiamo pezzi di strada con gli altri, dandoci la mano. Questo è l’augurio più bello per il nostro futuro: siamo libere, questa è la vera ribellione, questo è femminismo.
Ci auguro questo ogni giorno, anche l’8 marzo.
Arianna
PS e chi sono gli uomini ribelli? Quelli che stendono i panni o fanno una torta?
deve essere un libro molto interessante e penso che lo comprerò, pur avendo due figli maschi, perché penso che più di tutte noi mamme di maschi abbiamo delle grandi responsabilità rispetto alla condizione della donna nel futuro. tuttavia come anche altre persone, non mi piace il titolo. Ribelli implica comunque una diversità, uno staccarsi da uno status quo che è comunque quello. Io credo che non dobbiamo agire sulle bambine, per renderle “ribelli” (o libere, come è giusto che siano) ma a monte, scardinando proprio l’idea di principio. Le “ribelli” non dovrebbero più occorrere. Non so se sono riuscita a spiegarmi…
Sei riuscita a spiegarti benissimo! Grazie per la tua riflessione, continuo a trovarlo un aggettivo forte, ma forse ascoltando capisco perchè lo hanno usato.
OT:
Ti chiedo scusa Arianna ma non sto riuscendo a seguire come vorrei il gruppo degli Aedi. Leggo, con piacere, ma… ecco ho un piccolo nuovo progetto in ballo (https://lavitasecondolapuff.blogspot.it/2017/03/aggiornamenti-e-nuovo-progetto.html) che mi sta inaspettatamente assorbendo parecchio. Mi fa piacere restare nel gruppo comunque, se non ti dispiace!
leggo solo ora, ma certissimo