Stamani ho realizzato quanto le mie capacità relazionali e di networking possano essere utili agli altri e a me stessa nel lavoro, semplicemente incrociando bisogni e risposte durante un semplice caffè al bar. Mi chiedo se le capacità relazionali siano monetizzabili nel lavoro, dipendente e freelance, ovvero pagano?
“Con te parlano anche i morti!” dice il Prof. Ing. Vero, rispondo io, sorridendo, quel sorriso che nelle foto ho sempre spontaneo e diretto.
Sono una persona molto empatica, pratico da sempre l’ascolto attivo del mio interlocutore – clicca qui per scoprire cosa sia l’ascolto attivo e quanto agevoli la comunicazione efficace – e naturalmente, quando posso, fornisco anche idee o risposte concrete per risolvere bisogni ed esigenze dello stesso interlocutore. Opero così in maniera naturale, sia al lavoro che tra le mie amicizie e la mia famiglia. Non ho mai pensato che potesse essere un valore aggiunto notevole, per scarsa autostima (forse) o per la mancanza totale di formazione specifica sull’argomento.
Sono una facilitatrice naturale di incontri e di soluzioni.
Stamani, senza rendermene conto, ho incrociato due bisogni e due risposte concrete mentre prendevo il caffè con le mamme della scuola, sarà perchè si parlava di gender gap o diversità ed inclusione, tema che mi sta molto a cuore, che ho improvvisamente realizzato di quanto sia stato semplice per me agire così, facilitare l’incontro di due bisogni o trovare una soluzione.
La domanda successiva è stata: le capacità relazionali si pagano? Hanno un valore di mercato?
Cercando su google “monetizzare capacità relazionali” non ho trovato nulla in italiano, ad eccezione di post sulle skill aggiuntive da aggiungere al CV.
QUANTO VALGONO LE CAPACITA’ RELAZIONALI?
In estrema sintesi è la capacità di modulare la comunicazione e l’azione di risposta rispetto al proprio interlocutore tramite l’ascolto attento del detto e del non detto, per fornire una risposta che verte sulla comunicazione efficace orale e scritta volta a dare una risposta soddisfacente ad un bisogno espresso. Questo orienta al lavoro in team e all’orientamento al cliente.
Un approfondimento, degno di nota, lo potete consultare sul sito dell’Università di Ferrara.
La parola relazione è la chiave di tutto, anche se ultimamente molto abusata sui social, resta il punto di arrivo della sensibilità personale, perchè nel professionale viene considerata esclusivamente come supporto all’attività lavorativa di natura produttiva. Non ha un valore di per se stessa. Ancora no, per lo meno.
L’unico esempio di monetizzazione, assonante con le mie esperienze quotidiane, che ho incontrato ultimamente che mi sembra attinente è quella dell’Ispiratrice Veronica Benini della Stiletto Academy e motivatrice di Spora Blog che si chiama Flash link: uno scambio via mail di domanda ad un bisogno professionale a cui viene fornita una risposta ad hoc in termini di idee o contatti. Budget basso. Mi piace moltissimo come idea.
Oppure il ruolo di mediatore/mediatrice. Che però associo immediatamente al mercato immbiliare.
Mi chiedo quanto valgono le capacità relazionali che ogni giorno utilizzo. Per esempio se facilitano la vita in ufficio, questo ha un valore perchè produce risultati migliori. Quanto vale?
[Nella mia azienda e nel mio piccolo le mie capacità sono considerate, non monetizzate, ma sono un valore aggiunto riconosciuto all’ambiente di lavoro.]
Un altro esempio sono le numerose digital specialist che parlano di relazioni e networking, però ho molti dubbi che siano capacità relazionali reali, perchè spesso le stesse specialist creano bagarre social che proprio PR non mi sembrano.
Avete suggerimenti o esempi di monetizzazione delle capacità relazionali? Idee per KPI da utilizzare?
Diventare motivatrice o coach forse rimane l’unica strada, ma è un lavoro specializzato, non arricchito da.
Arianna