Ode all’autunno arrivato ad Aprile inoltrato, a quei bei cieli plumbei modello Londra o Parigi. Roma e Nuvole, Roma e quella brezza gelida da Mare del Nord. Roma come un mondo nordico sconosciuto. Roma is the New England.
Camminare per le strade del centro di Roma, negli ultimi giorni di aprile ha di solito la veste leggera della primavera, le gambe vestite dei primi soli e le braccia libere che gongolano alla carezza della brezza serale, ancora non estiva ma quasi piacevole come quella.
Invece è arrivato l’autunno, quello inglese, freddo di vento del Mare del Nord e gelido come una passeggiata a Piccadilly Circus senza calze. E’ una Roma plumbea quella che non conoscevo in questa stagione, quando le rondini compaiono. Si vengono ancora a trovarci.
La nuvolosità variabile di questa settimana mi ha fatto innamorare di queste atmosfere di chiaroscuri mattutini e soffi improvvisi di venti di tramontana. Ho conosciuto la melanconia dell’autunno inglese, delle foglie cadute nel Vermont.
Ho voglia di camino e castagne, di vecchie pentole bucate che scoppiettano sul fuoco di una vecchia casa della mia infanzia. Un tavolo banale e cheap che ospitava due bambine, una mamma e una nonna complici nello sbucciarle. Questa Roma e Nuvole mi ha dato alla testa, non solo come giramenti dovuti al vento che fischia. E’ la mia città, dove vivo e da dove non sono andata via.
Roma e Nuvole.
Arianna
Questo post partecipa all’inebriante progetto di scrittura creativa e narrativa digitale degli #aedidigitali dove le storie diventano emozione e palestra di parole, questa settimana si narra di #nuvolositàvariabile.