La vigilia di Ognissanti è una notte speciale, la sera degli spiriti sacri. Quale spirito è più sacro del metterci l’anima nella cura dei nostri figli o delle nostre famiglie? A volte qualcuno dovrebbe semplicemente dirci che…
Capitano periodi molto intensi e vorticosi, in cui ci si smarrisce la strada o non ci si riconosce più, si va a naso, si vive per similitudine a chi eravamo, a chi pensavamo di essere. E’ l’ombra del nostro sogno impossibile che ci sfiora e ottenebra tutto.
E’ la notte di Halloween, una festa molto discussa in paesi religiosi come il nostro, per me è semplicemente la notte in cui il divario con le anime dei miei cari è più sottile, con il Paradiso o l’aldilà si assottiglia e posso sentirmeli più vicini. E’ suggestione probabilmente. Non dico sia così, ma sono affezionata a questi giorni, avendo perso mio padre a 23 anni. Ho spesso acceso candele la notte del 1 novembre in attesa dei Muert’. Solamente per mandare una luce e dire “mi manchi, mi mancate”.
Poi all’improvviso è capitato questo autunno, fatto di scelte sostanziali per la mia famiglia, in cui ci siamo messi tutti in gioco con il forte desiderio di stare tutti bene e fare squadra e i miei fantasmi sono arrivati a trovarmi prima di oggi. E mi hanno paralizzato perchè avevano paura.
Come mai? Cosa ci è successo? Perchè ogni scelta importante delle nostre vite risveglia echi di scelte familiari lontane? Vi racconto una storia importante.
Qualche tempo fa la stanchezza mi ha sopraffatto e abbiamo deciso di dare un’occhiata più a fondo su come migliorare la nostra vita familiare. Era necessario fare un checkup e oliare gli ingranaggi. Perchè quando si mette al mondo un figlio, o tre come noi, è fondamentale praticare l’arte del dubbio nelle proprie scelte e ammettere che a volte non funziona.
Lo abbiamo fatto e io ho scelto di essere adulta, solo che… un senso di confusione mi ha lasciato sbalordita. Perchè per essere famiglia con qualche d’un altro, bisogna lasciare andare la nostra famiglia di origine. E a volte, semplicemente non è semplice.
Scava insinuoso il senso del tradimento di antichi valori e saperi, di addii confusi e colpevoli. Solo che… non si tradisce nessuno, si sceglie il futuro, neanche il proprio, ma quello dei propri figli.
Il loro futuro, quello di Tommaso, Flavia e Lorenzo, quello dei nostri figli. Il futuro della “nostra” famiglia. Della vostra famiglia. Essere adulti è semplicemente abbracciare le proprie scelte, affidarsi a quel noi così affollato e già ricco di tesori.
“Perchè poi in fondo, Papo, è la mia famiglia che sto scegliendo, non che voi abbiate sbagliato!”
“Oh, ma magari lo abbiamo fatto sai? Non lo so, so che eravamo giovani e felici. C’eravate voi, noi e un mondo da vivere”
“Si, come oggi noi. Mi sento di accusarti”
“ahahahahha. Io mi sento di dirti, figlia mia, di andare avanti. Io ci sarei stato, oggi, accanto a voi. Sarei stato su quella sedia a ricordarti che i tuoi figli, sono il mio futuro, anche. Che non accetterei di vederti stanca e distrutta da lotte assurde contro sofismi antichi. Sarei lì a ricordarti il tuo dovere di madre.”
“Stare a casa?”
“mmmmm… no il seminare stima e consapevolezza, il dare limiti, l’amare tuo marito oltre i figli. Il dire no. Eppoi l’attendere infinito di un genitore di adolescenti. Il loro futuro è il vostro dovere.”
“E non sei arrabbiato?”
“Perchè dubiti che il sentiero solcato tanti anni fa non sia quello adatto a voi? No. Sono contento. Ora la strada è vostra.”
Ho sognato Papo stanotte, che ha abbracciato i miei dubbi e la mia colpa per aver dubitato di loro e ha riso, forte
“Erano anni che volevo vedere questa strada abbracciata, ora ogni errore che ti sarà rinfacciato, sarà il tuo. Che ti dicevo? Capirai quando sarai madre. E avevo ragione” Come spesso Papo il tempo ha dimostrato.
Buona pace Papo mio, che la terra ti sia lieve, ancora, stai con noi questi giorni di trasparenza e sottigliezza tra i mondi.
Tu sei la mia lanterna, come spesso nella mia adolescenza. Tu ancora oggi mi guidi. Perchè tu, amore mio adorato, sapevi cose incredibili e non lo sapevi davvero.