7 gennaio 2018 o del ritorno alla normalità

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Stamattina ho posticipato la sveglia almeno una dozzina di volte, è l’ultima mattina pigra, anzi credevo fosse l’ultimo giorno pigro prima del ritorno alla normalità. Credevo… fino a quando il Prof Ing ha inforcato il secchio della spazzatura e ha ordinato a tutti noi di ordinare.

Siamo spariti tutti, ovviamente in bagno, millantando malesseri vari. Non funziona. Ha bussato alle due porte insistentemente armato di aspirapolvere. Sarà che lo trovo sexy con in mano un’arma di ordine di massa, ho iniziato a ordinare di ordinare casa a tutti i 3 sottotenenti della casa.

Sono rispariti tutti, in un bagno, millantando malesseri gravi. Abbiamo bussato in due insistentemente armati di aspirapolvere e spazzolone.

Finalmente hanno aperto la porta e hanno iniziato ad ordinare. Erano le 10. Scrivo alle 16 e ancora non hanno finito. Nel frattempo hanno ballato, giocato ai viaggiatori, lamentato che siamo dei dittatori e che infrangiamo il loro diritto al riposo, della Convenzione dei diritti dei Bambini.

E no, non hanno citato l’articolo preciso… ancora vinciamo noi come preparazione culturale, ma manca poco.

Le capriole di gioia di Lorenzo!

Abbiamo scoperto resti di lego mummificati sotto il divano, pandori muffosi sotto i materassi, briciole dei Natali passati nei vari zaini e cartelle usate in queste vacanze. Mutande nascoste sotto i mucchi di giochi ordinati secondo la loro opinione. Canottiere e pigiami puzzolenti nascosti nell’anta della cucina IKEA.

Siamo stati aggrediti, infine, da calzini puzzosissimi ammassati dietro la panca del corridoio.

Ho buttato pantaloni che credevo ormai fuggiti con qualche passante.

Ma quanta roba si nasconde in questa casa mi chiedo? E quanti angoli nascosti dove ammucchiare panni zozzi si inventano i miei figli puzzosissimi? E’ un segreto che non hanno voluto condividere con me.

Alla fine la nostra casa sembra quasi ordinata, il Prof Ing è felice di essersi potuto lamentare del nostro disordine almeno per 8 ore, fino alla sua prossima crisi da riordino. E ora pronti?

Il metodo ProfIng del mettere in ordine

  1. Dopo eoni di sopportazione forzata al disordine apparente degli altri, insultare tutta la famiglia e ordinare di ordinare indicando calzini abbandonati per terra (peccato che quei calzini fossero i suoi)
  2. Non capire perchè intorno sghignazzano tutti guardando i calzini
  3. Capire e arrabbiarsi ancora di più… dando la colpa di tutto a noi perchè lo ispiriamo a essere disordinato
  4. Chiamare il suocero e sentirlo sghignazzare al telefono ricordando quanto il Prof Ing da piccolo fosse disordinato
  5. A quel punto negare la realtà e incolpare di tutto l’età del padre
  6. Ordinare di ordinare di nuovo, armandosi di aspirapolvere in una mano e scopa nell’altra
  7. Veder fuggire tutti lontano alla ricerca di oggetti improbabili
  8. Ordinare di ordinare di nuovo
  9. Infine vedere arrendersi gli altri componenti della famiglia, più che altro per la pace delle loro orecchie
  10. Soffrire le altre 7 ore di riordino per le lamentele sull’ingiustizia dei 3 figli, mai a turno ma tutti insieme

Infine… dopo aver anche smontato l’albero e le decorazioni, complimentandosi con se stesso per il risultato ottenuto, prendersi le proprie soddisfazioni e decidere di premiarsi con un bel lego, lasciando in giro buste e bustine che metterà in ordine qualcuno (indovinate chi?)

Non c’è niente di meglio per essere felici di tornare alla normalità, a scuola o in ufficio, di un marito che impone l’ordine. Un metodo efficace e produttivo. Lo affitto a prezzi non modici.

Ben tornata quotidianità! Domani si torna felicemente in ufficio. E voi? Pronti?

Arianna

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