Vi racconto due luoghi di dolcezze ormai famosi in tutta Roma e oltre. Un appuntamento fisso per molti romani la domenica. Scopriamo il dolce all’ombra della Sinanoga.
Una domenica di gennaio, che sembra primavera a Roma, è la scusa ideale per un pasto con amici di vecchia data, pizzette di pane fritto, pane carasau fatto in casa, pasticcio di patate e broccoli e rotolo di speck e provola e il pranzo è servito.
Per dolce, poi, i nostri invitati ci hanno portato la Cheese cake della Dolce Roma, un sogno per il palato, la vera torta al formaggio americana con topping di frutti di bosco, rigorosamente a parte.
Poi si è naturalmente passati a parlare dell’Antico Forno Boccione, quello con la coda sempre davanti, quando è aperto,. Un mito per romani e per turisti affezionati, la pasticceria ebraica in persona e mattarello.
Il ghetto offre queste dolcezze, all’ombra della Sinagoga, molto diverse tra loro, ma entrambe squisite.
Il Forno Boccione
Via del Portico di Ottavia 1, ci trovate un negozietto ad angolo, assolutamente anonimo e senza insegna, dall’aspetto malandato. Ma non osate dirlo alle signore del Forno Boccione. Sono brusche e dirette, immediate e veloci nel servirvi. Inutile chiedere gli ingredienti, non hanno tempo. E prenotare le loro delizie è una scommessa, infatti preparano sempre la stessa quantità di impasto e spesso è destinato sempre agli stessi avventori, che le ordinano mesi prima le loro torte o specialità ebraiche.
Il posto lo riconoscerete facilmente, quando è aperto, davanti c’è una fila fissa e lunga. Nessuno osa protestare.
Gli imperdibili? La torta ricotta e marmellata di visciole, introvabile altrove così buona, la pizza ebraica, concentrato di canditi e uvetta, i bomboloni alla crema o la “pizza di beridde”, pasta frolla con canditi, mandorle, pinoli e uva passa.
Dopo le 4 poi i tipici bruscolini romani, semi di zucca tostati e salati.
Questi sono i dolci della tradizione giudaico-romana, cucina povera ma ricca di calorie.
La domenica è affollatissimo, gli altri giorni (ovviamente non di sabato) le signore aprono un po’ a loro piacimento, tentare la fortuna però ne vale sempre la pena, se siete in zona.
Vi svelo una curiosità nota a pochi: Boccione non è il cognome delle signore del forno, ma deriva dal romano Boccia! Forse un antenato pelato?
VOTO: 10
SERVIZIO: 5, paga la loro poca gentilezza e spesso la mancanza di scontrino.
PREZZO: in linea con il mercato
Per i bambini: la bomba alla crema!
LA DOLCE ROMA
Via del Portico di Ottavia 20, pochi passi più avanti, un piccolo negozio, curato e delizioso, La Dolce Roma, promette dall’odore dolci favolosi della tradizione austriaca e americana. Il forno è a vista, dietro il bancone e la commessa gentilissima.
Affacciarsi su queste meraviglie vuol dire uscire con almeno un cookie americano gigante (2 euro), buonissimo! Poi la scelta è tra la sacher torte, l’imperial torte e la cheese cake. Ma il vero pezzo forte che noi compriamo sempre è lo strudel: tenero e delicato.
Stefano Ceccarelli, il titolare, ha imparato in Austria i segreti della pasticceria e nel 1988 ha aperto questo gioiello di zucchero nel cuore del ghetto, diventando uno dei punti di riferimento romano e internazionale.
VOTO: 10 e lode
SERVIZIO: 8
PREZZO: alto ma gli ingredienti sono tutti di ottima qualità e ricercatissimi. La spesa è sempre giustificata.
Per i bambini: il cookie o il muffin!
E così satolli riprendete il passo per tornare a casa, la soddisfazione di un pasto così dolce ripagherà qualunque passeggiata.
Per i bambini